Come qualsiasi professionista esperto in dipendenze patologiche ben sa, per poter proporre ed attuare un trattamento terapeutico con un certo margine di successo, è necessario che il paziente riconosca profondamente e concretamente due condizioni fondamentali: la percezione del danno e la percezione della perdita di controllo.
Il terapeuta deve pertanto dedicare del tempo per poter valutare se queste condizioni siano realmente presenti, dato che in caso contrario vengono a mancare i presupposti fondamentali per intraprendere una cura.
Se nel corso del primo colloquio emergesse una assai scarsa considerazione della problematicità del consumo di cocaina, è fondamentale dichiarare al paziente l’impossibilità di poter proporre un programma terapeutico. Si invita comunque la persona a non esitare a richiedere successivamente un appuntamento nel momento in cui si modifichi la sua percezione relativa all’esperienza d’uso della cocaina. Nella nostra pratica clinica tuttavia, non è questo l’atteggiamnto prevalente dei pazienti che richiedono una terapia ed anzi l’approfondimento diagnostico attuato dal terapeuta è già un modo per porre le basi per una eventuale alleanza terapeutica.
Tiziana Bussola, psicologa e psicoterapeuta, negli ultimi 25 anni si è occupata della cura di persone con patologie della dipendenza, in particolare di soggetti cocainomani integrati socialmente.
Ha coadiuvato sperimentazioni e ricerche nell'ambito del trattamento ambulatoriale di pazienti con dipendeza da cocaina.
La Relazione OEDT OSSERVATORIO EUROPEO DROGHE del 2012 stima che circa 15 milioni e mezzo di persone abbiano sperimentato cocaina almeno una volta nella vita.
Sono le classiche persone della porta accanto, persone normali con una patologia: la dipendenza da cocaina.