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Perchè un paziente chiede una terapia?

I cocainomani socialmente integrati, benché anche gravemente dipendenti da cocaina, conducono tra alti e bassi una "vita normale" e possono essere altrimenti definiti come persone che hanno un funzionamento caratterizzato da una discreta capacità di adattarsi alle regole sociali proprie dell’ambiente in cui vivono e, quando decidono di fare una cura, è perché stanno per perdere tutti i loro punti fermi.

Le motivazioni sono le più varie, spesso il più delle volte questi pazienti si trovano a temere di perdere qualcosa a cui danno molto valore e difficilmente questo qualcosa è la salute. Il  modificare la condotta tossicomanica frequentemente è determinato dalla paura di perdere un affetto: molte sono le mogli e compagne stanche della situazione, che sono pronte ad andarsene.  C’è la paura di non riuscire ad essere genitori adeguati, soprattutto quando i figli stanno crescendo ed iniziano a capire e spesso a giudicare. Ci si può spaventare se la cocaina mette in discussione il proprio lavoro, o si teme di non poter più proseguire la propria attività a quei livelli che, nonostante l’uso della sostanza, fino ad un certo punto si era riusciti a sostenere. Spesso ci sono dei debiti, come pure, in molti casi, si pensa ad una cura quando nella vita si prospetta un cambiamento, ad esempio l’arrivo di un figlio, anche se, va detto, l’essere genitori non preserva certo dall’uso della sostanza.

Capire che la sostanza crea un danno è il primo passo, ma questa consapevolezza deve essere assolutamente maturata dal paziente, in quanto il giudizio di gravità d’uso dato dall’entourage familiare/amicale/lavorativo non è significativo per far si che la persona intraprenda seriamente un percorso terapeutico.